Un ciuffo di prezzemolo



Per caso in una stradina secondaria del quartiere, stamattina abbiamo trovato ad un negozio d’angolo un “fruttarolo” eccezionale. Un piccolo gruppo di nordafricani ha trovato il modo di lavorare mettendo tra la strada e un ampio locale interno ben aerato, cassette di frutta e verdura. Le saracinesche sono spalancate. Lo splendido colore, delle arance e dei mandarini, spicca tra il rosso scuro delle mele e i verdi cangianti dei broccoletti e della bieta. Fragranti mazzetti di rughetta accanto a peperoni gialli e melanzane viola. L’aria è fresca e frizzante, la pioggia battente si è da poco fermata e le nuvole si sono spaccate con i raggi del sole, quasi marzolino, che ha asciugato rapidamente l’asfalto. Si compra bene, ma soprattutto si chiacchiera con calma e il cassiere , un piccoletto preciso e sorridente regala un ciuffo di prezzemolo a chi lo chiede e dice “ la sopratassa, eh!”. Guardavo, dal marciapiede, mia moglie con un’altra donna accanto discutere serena. Un anziano signore con i capelli bianchi come i miei, alto, è uscito con due buste di plastica piene d’ortaggi. Anche per oggi abbiamo potuto comprare qualcosa senza essere troppo svenati. Un ragazzo moro scarica cassette da un camioncino. La temperatura si è fatta più mite. Talvolta l’inverno svanisce anzitempo, vedremo. Il “Petroselinum sativum” mi riporta al “pitrusinu” della mia Sicila, la Siqulliya. Petroselion, sedano delle pietre. Originario delle terre sarde, ornamento di tombe fin dall’antichità.Sativum, coltivabile dal medio evo in poi. Un ciuffo di prezzemolo, oggi ponte di pace tra genti diverse.